Nero Vivace:
C’è la guerra
Dalla sensazione d’inquietudine alla esternazione liberatoria.
Il brano in questione, scritto da Roberto Fulvi per Nero Vivace, rappresenta il tentativo di scavare nell’anima, alla ricerca di una progressiva consapevolezza della parola ‘guerra’. Questa temibile parola, che un tempo ha rappresentato anche il coraggio e l’onore, oggi non da molto spazio ad una interpretazione in tal senso.
Si resta increduli e inebetiti di fronte all’assurdità di questo suono, tanto da doverlo ripetere e riascoltare molte e molte volte prima di capirne veramente il significato. “C’è la guerra…c’è la guerra…c’è la guerra…” . Solo in un lento progredire ci si rende conto in maniera lucida di che cosa veramente significhi. Morte e distruzione di un nemico sconosciuto e che forse alberga solo nelle nostre paure.
Ma la situazione intorno a noi è reale e per esorcizzarla, Nero Vivace, concentra il suo dolore in quel mantra, in quella vibrazione che a poco a poco può risvegliare la nostra coscienza.
Il brano è stato inciso di getto, in presa diretta, senza tagli, lasciato quasi allo stato grezzo per essere il più vicino possibile ai sentimenti e alla realtà.
Cercando di centrare anche l’atmosfera fisica e energetica del luogo, le registrazioni sono state effettuate in un magnifico teatro in disuso: il Traiano di Fiumicino.
Il colore della guerra è il rosso vivo, il colore del sangue che scorre. Ma, la guerra, è anche nero profondo, il colore della dimensione infinita della morte. Colori che si scontrano violentemente tra loro e che segnano la sconfitta dell’uomo qualunque sia la motivazione o l’esito finale.
Nero Vivace
È il nome di un progetto artistico, di un gruppo, di un interprete.
Roberto Fulvi è l’autore dei testi e delle musiche.
L’organico strumentale è composto da vari elementi di cui solo due, hanno partecipato alla realizzazione di questo brano.
Roberto Fulvi, voce e chitarra
Giovanni Taietta, cajon
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